LA MAPPA | Covid, crisi a due facce: ecco le aziende reggiane che chiedono straordinari - Gazzetta di Reggio Reggio

2021-12-30 15:55:01 By : Mr. Richard Lou

REGGIO EMILIA  Ristoranti chiusi e in crisi, grandi aziende della meccanica aperte e “costrette” a fare straordinari. È la dicotomia che sta vivendo il tessuto economico reggiano, dove le grandi fabbriche, quelle snobbate in passato perché legate alla old economy, stanno lavorando a pieno regime, qualcuno anche su tre turni – quindi 24 ore al giorno – spinte dalla domanda della meccanica mondiale, settore pulsante dell’industria reggiana, che da sola assorbe 34mila lavoratori, vale a dire un quinto sul totale degli occupati a Reggio e provincia.

È lunga infatti la lista delle aziende della meccanica reggiana che stanno facendo ricorso già da settembre agli straordinari. Situazione chiaramente a macchia di leopardo, insistendo ancora gli effetti di una crisi profonda, dove a soffrire sono i più piccoli.

A essere in gran fermento è il mondo delle pompe a grande pressione, comparto in cui Reggio Emilia primeggia a livello mondiale con Intermpump e la controllata Walvoil – entrambe con richieste di straordinari –, gruppo che da solo ha chiuso i primi nove mesi del 2020 con 950 milioni di euro di ricavi, e che ha consolidato nel 2020 l’acquisizione della Reggiana Riduttori, diventando un blocco industriale che si sta “mangiando” la concorrenza.

Ma la lista di chi deve chiedere ai propri dipendenti di trattenersi oltre l’orario canonico è ben più lunga. Sempre nel settore delle pompe ci sono la Idromeccanica Bertolini di Reggio o la Cri-man di Correggio, spostandosi sulle caldaie c’è l’Immergas di Brescello, e c’è poi la Carpenfer di Reggiolo, azienda specializzata nel taglio laser delle lamiere.

Nella trasmissione di potenza c’è la Comer Industries, sempre di Reggiolo, che ha da poco comunicato un miglioramento dei margini nonostante il Covid. Comer, che produce sistemi anche per la meccanica agricola, come la Ognibene Power – così come la Nuova Tmr di Novellara – a sua volta impegnata in turni rafforzati per stare dietro alle richieste dei clienti, su base sia nazionale che internazionale, anche se non tutte le imprese del settore stanno seguendo lo stesso trend. La situazione non è certamente rosea ovunque, anzi, ma parliamo di un rimbalzo prolungato dopo che il contagio del virus era passato da sanitario a industriale a inizio 2020. Con il lockdown di marzo c’era stato lo storico fermo macchine generalizzato in quasi tutte le imprese, anche di Reggio Emilia.

Ora, invece, è anche tutta l’oleodinamica che sta vivendo un momento di crescita degli ordini e di conseguente richiesta straordinari ai lavoratori. Ne è coinvolto anche il mondo della produzione di tubi, con Padana Tubi di Guastalla, la Sag Tubi di Novellara, la Profiltubi di Reggiolo o la Fives Oto di Boretto, che chiedono straordinari ai lavoratori e hanno raccolto un buon numero di ordini in portafoglio.

Ma sono diverse le aziende in spolvero, spesso impegnate nelle lavorazioni intermedie nei comparti trainanti: ci sono i componenti della Rettifica Corghi o i filtri della F.B.N., entrambe di Novellara, i meccanismi hi-tech della Bosch Rexroth di Vezzano e la Cobo di Cadelbosco.

Super lavoro nel settore giardinaggio e quindi anche in tutto il Gruppo Emak, vale a dire alla Emak di Bagnolo, alla Comet Spa di Pieve e alla Tecomec di Reggio. Spiccano poi anche le aziende che producono macchinari per l’industria ceramica, altra costola importante per il Reggiano legata all’industria tradizionale, come Nuova Era di Casalgrande e Udor di Rubiera. In questa fase queste aziende stanno vivendo ben sopra la linea di galleggiamento visti l’impiego della forza lavoro, segno che anche in questo comparto le nubi dei mesi scorsi sembrano essersi diradate.

Una parte delle aziende che in questo momento chiedono o stanno svolgendo attività in regime straordinario con picchi produttivi, sono legate anche all’automotive. Parliamo della Spal di Correggio, Meta System di Reggio e Mta di Rolo, dimostrazione che anche il mondo dell’auto sta segnando una controtendenza rispetto alla crisi dei mesi scorsi, ma la strada per il recupero è ancora lunga in attesa di vedere che piega prende il mercato.

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